Caravaggio e la magia di "San Matteo e l’Angelo"
Entrare nella chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma è come varcare una soglia tra terra e cielo. Nulla lo dimostra meglio di "San Matteo e l’Angelo" di Caravaggio, parte del ciclo di dipinti dedicati alla vita dell’evangelista.
Questo capolavoro, uno dei tesori più preziosi del Barocco, cattura l’essenza del realismo drammatico che ha reso Caravaggio un’icona della pittura. La scena raffigura San Matteo, assorto nello scrivere il Vangelo sotto la guida di un angelo che sembra sussurrargli all’orecchio. La composizione è avvolta da un gioco di luci e ombre che trasforma un semplice momento narrativo in un'esperienza mistica.
Ma ciò che rende quest’opera davvero unica è la sua umanità. Caravaggio rompe con le convenzioni idealizzate dell’arte sacra del tempo, rappresentando San Matteo come un uomo semplice e terreno, con mani callose e uno sguardo colmo di vulnerabilità. È un santo, sì, ma anche profondamente umano, un ponte tra il divino e la realtà quotidiana.
